Smartphone e sogno: come la tecnologia sta cambiando il modo in cui dormiamo e sogniamo
La tecnologia ci accompagna ovunque: mentre lavoriamo, mangiamo, ci alleniamo. E spesso anche quando dormiamo.
Luce blu, notifiche, social, binge-watching… tutti elementi che non solo modificano il nostro riposo, ma influenzano anche il nostro modo di sognare, il ciclo REM e persino l’equilibrio emotivo durante la notte.
In questo articolo esploriamo il legame tra tecnologia e sonno, basandoci su studi scientifici recenti, e capiremo come il nostro cervello reagisce all’iper-connessione. Un tema attualissimo che riguarda tutti — adulti, adolescenti, genitori — e che merita di essere compreso a fondo.
Come la tecnologia sta cambiando il nostro sonno
Negli ultimi dieci anni la nostra relazione con il sonno è cambiata drasticamente, e la principale responsabile è la presenza costante degli schermi nella nostra vita.
1. La luce blu e il ritardo del sonno
Secondo uno studio della Harvard Medical School, la luce blu emessa da smartphone, tablet e pc inibisce la produzione di melatonina, l’ormone che regola il ciclo sonno-veglia. Risultato? Il cervello riceve il messaggio sbagliato: “È giorno, resta sveglio”.
La conseguenza è:
- difficoltà ad addormentarsi,
- riduzione delle ore di sonno,
- sonno più leggero e frammentato.
2. I social che attivano dopamina
Scorrere TikTok o Instagram di notte stimola il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore del piacere.
Il problema?
La dopamina “accende” il cervello, rendendo più difficile scendere verso stati di rilassamento necessari per dormire.
Uno studio del Journal of Behavioral Addictions mostra che usare i social nelle ultime due ore prima di dormire aumenta dell’80% il rischio di insonnia.
3. Le notifiche invisibili
Anche quando lo smartphone non vibra, il solo attenderlo attiva il cervello.
È ciò che gli psicologi chiamano vigilanza anticipatoria: una sorta di allerta costante che impedisce di entrare nella fase profonda del sonno (N3).
Tecnologia e sogni: cosa cambia nella nostra mente di notte
Non è solo il sonno a cambiare: è anche il modo in cui sogniamo.
I sogni sono più vividi (e più strani)
Secondo uno studio dell’Università di Adelaide, la sovra-stimolazione visiva provocata dagli schermi porta a sogni:
- più intensi,
- più veloci,
- più frammentati,
- più difficili da ricordare.
Gli psicologi parlano di overload sensoriale: troppe informazioni accumulate durante il giorno, che il cervello fatica a elaborare.

Aumentano gli “stress-dream”
Smartphone, email e messaggi ci tengono “iperconnessi mentalmente”, anche quando chiudiamo gli occhi.
Per questo molti esperti hanno rilevato un aumento di sogni legati a:
- ansia,
- scadenze,
- impegni lavorativi,
- notifiche o suoni che “entrano” nei sogni.
Il fenomeno del TikTok REM
Termine non ufficiale ma già discusso da psicologi del sonno: chi usa TikTok o Reels fino a tardi tende ad avere sogni caratterizzati da:
- scene veloci,
- contenuti “misti”,
- cambi di tempo e luogo improvvisi.
Il cervello imita la forma narrativa dello scrolling.
Gli adolescenti: i più vulnerabili
Gli adolescenti sono la categoria più colpita. Una ricerca dell’American Academy of Pediatrics mostra che l’uso dello smartphone dopo le 22:
- ritarda il sonno di 1-2 ore,
- peggiora l’umore del giorno dopo,
- aumenta irritabilità e difficoltà di concentrazione,
- riduce fino al 30% la fase REM.
E meno REM significa:
- meno memoria,
- meno creatività,
- meno capacità di regolare le emozioni.

Dormire “bene” in un mondo iperconnesso: cosa possiamo fare?
Non si tratta di demonizzare la tecnologia, ma di imparare a usarla in modo consapevole.
1. Fissare un “digital sunset”
Almeno 60-90 minuti senza schermi prima di dormire. Le alternative? Lettura, tisana, stretching leggero, meditazione.
2. Tenere lo smartphone lontano dal letto
Secondo la Sleep Foundation, tenerlo sul comodino aumenta del 50% la probabilità di controllarlo.
3. Modalità aereo o “non disturbare”
Riduce il rischio di micro-risvegli.
4. Curare l’ambiente del riposo
La tecnologia influisce sul sonno, ma anche la qualità del supporto su cui dormiamo.
Un sistema di riposo ergonomico, traspirante e progettato per sostenere schiena e collo — come il New Emotion di Imperial-life — aiuta a compensare gli effetti negativi delle cattive abitudini serali, favorendo un sonno più profondo e continuo.
Tecnologia e sonno: una questione di equilibrio
La tecnologia non è “il nemico”.
Il vero problema è quando la utilizziamo e quanto spazio mentale le lasciamo.
Ricerche recenti mostrano che:
- usare lo smartphone al mattino (non alla sera) non compromette il ritmo circadiano;
- ascoltare playlist rilassanti o rumori bianchi migliora addirittura il sonno del 30%;
- usare app che monitorano sonno e stress può aumentare la consapevolezza.

Insomma: tutto dipende da come la integriamo nella nostra routine.
Se ti interessano i meccanismi del sonno e della mente, potrebbe piacerti anche questo articolo del nostro blog: Il sonno e l’intuito: perché le tue migliori idee arrivano di notte
Conclusione: per dormire bene dobbiamo prenderci una pausa dal mondo digitale
Il nostro cervello non è progettato per assorbire notifiche, schermi e stimoli senza limiti, soprattutto poco prima di dormire.
Per questo la qualità del riposo non dipende solo dalla quantità di ore, ma da:
- come prepariamo la mente,
- come prepariamo il corpo,
- come prepariamo l’ambiente.
Vuoi migliorare la qualità del tuo riposo e creare insieme a un esperto la routine serale perfetta per il tuo benessere?
Compila il form qui sotto: un consulente Imperial-life ti aiuterà a scegliere il sistema di riposo più adatto e a creare un rituale notturno su misura per te.
Dormire bene non è un lusso: è una scelta quotidiana.
Fonti
- Harvard Medical School, “Blue light has a dark side.”
- Journal of Behavioral Addictions, 2019.
- Sleep Medicine Reviews, “Technology use and sleep outcomes.”
- American Academy of Pediatrics, “Screen time and adolescent sleep.”
- Adelaide University Sleep Lab, “Dream vividness and sensory overload.”